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Recensioni

La passione di Gesù Cristo. Cinquanta ragioni per cui Cristo soffrì e morì

JOHN PIPER

Recensione di Rinaldo Diprose, pubblicata su «Lux Biblica», XVI, 31, 1-2005 p. 260

Il sottotitolo di questo libro — «Cinquanta ragioni per cui Cristo soffrì e morì» — riassume bene il suo particolare contributo e, ancora di più, il valore straordinario della morte di Cristo. Apparso nello stesso anno in cui le sale cinematografiche proiettavano in tutto il mondo il film di Mel Gibson dallo stesso titolo, questo testo offre un riassunto unico nel suo genere delle ragioni per cui Gesù ha affrontato la sofferenza indicibile di cui alcuni aspetti sono stati presentati nel film. Piper non fa altro che attirare l'attenzione del lettore sulle affermazioni contenute nel Nuovo Testamento, ma nel farlo porta il lettore sensibile all'adorazione e alla profonda riconoscenza.

 


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ALTRE RECENSIONI

Lezioni ai miei studenti (vol.2)

CHARLES H. SPURGEON

Recensione pubblicata su «Oltre» 2009/1, p. 33

Questo secondo volume completa la pregevole raccolta di Lezioni uscita in italiano nel 2004. Nel corso del suo straordinario ministero, Spurgeon (1834-1892) si dedicò" con grande impegno alla formazione di giovani predicatori. Il Pastor's College, istituito a Londra nel 1856, fu un'istituzione attraverso la quale molti studenti passarono prima di svolgere il ministero pastorale. Spurgeon teneva delle conversazioni agli studenti alla fine della settimana di lavoro.

In stile colloquiale, il grande predicatore evangelico tornava sui grandi temi del ministero cristiano. In questo secondo volume, di notevole interesse sono le lezioni sullo Spirito Santo in relazione al ministero, la discrezione pastorale, la postura sul pulpito, l'uso delle illustrazioni e degli aneddoti nella predicazione. Spesso intrecciando principi biblici a ricordi autobiografici o riferimenti alla letteratura classica o contemporanea, Spurgeon esortava gli allievi a misurarsi con uno standard scritturale del lavoro pastorale. I pastori non possono perdersi questo volume!

 


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ALTRE RECENSIONI

La tentazione

JOHN OWEN

Recensione di Paola Bertinellii, pubblicata su «Studi di teologia» 2010-1, n. 43, pp. 65-66.

Il libro tratto dai sermoni esposti ad Oxford dal pastore puritano John Owen sull'argomento sempre attuale della ten­tazione, presenta nell'introduzione al­l'edizione italiana, un piccolo sunto sulla vita dell'autore, mentre la prefazione mette in risalto il fatto che le ragioni che lo spinsero a pubblicarlo nel 1685, sul testo di Matteo 26,41 sono valide per il popolo di Dio di ogni epoca. Ciò che invoglia in modo particolare a leggere quest'opera, sono le parole che l'A. ri­volge all'inizio al lettore stesso respon­sabilizzandolo e coinvolgendolo quasi fosse una conversazione a due. Se "il potere ed il pericolo delle tentazioni" non lo interessano e le sue ricadute sulla sua vita e quella degli altri non lo riguarda­no, dice, non è un libro per lui. I sugge­rimenti dati sono per i veri credenti "che sono sotto il comando del Capitano del­la loro salvezza e che lottano resistendo al potere delle tentazioni, da qualunque parte esse giungano". Le parole del Si­gnore Gesù rivolte ai suoi discepoli, han­no lo scopo di metterli in guardia con­tro il male della tentazione, per non cadere all'occasione, prevenendolo ve­gliando e pregando. Interessanti sono le motivazioni e l'utilità della prova o ten­tazione che Dio usa nella vita dei suoi, ma non sono questi gli argomenti che l'A. intende trattare, piuttosto quelle che muovono verso il peccato, quelle prove­nienti da Satana, dal mondo, o da noi stessi e vogliono spingere i credenti lon­tani dal compiere il loro dovere verso il Signore. Sono talmente tanti i modi, i mezzi, i tipi, i gradi e le cause della ten­tazione che non si possono circoscrive­re, ma possono avere la forza di sedurre e deviare la mente ed il cuore dall'ubbi­dienza a Dio.

La tentazione è sempre presente nel­la nostra vita e nessuno può definirsi così libero da non cadere in tentazione, per questo il dovere del credente è di applicare con diligenza la disciplina insegnata da Cristo per non rimanere impigliato nei suoi lacci. La liberazione infatti è la ricompensa e la risposta alla preghiera di chi ubbidisce. L'A. dimo­stra con esempi tratti dalla Scrittura, come la tentazione sia un mezzo attra­verso il quale si evidenzierà in modo inequivocabile quanto sia reale la fede nella vita di chi ha professato di crede­re. Analizza il cuore e la mente dell'uo­mo e sottolinea come siano la fucina di occasioni a cui fa ricorso la tentazione. Perché? Proprio perché fa alleanza con la nostra concupiscenza. Non dobbiamo crederci capaci di ricevere o partecipare a qualunque cosa senza esserne coinvol­ti: la tentazione è un male da evitare e temere come il peccato. Se viene sotto­valutata vince, ma se "vegliamo" siamo a buon punto. Il Signore non solo ci co­manda di pregare per non essere indotti in tentazione, ma prega Lui stesso per noi, questa è una sua promessa. Solo la sua grazia potrà darci la forza sufficiente a non cadere e, se caduti, di rialzarci, perché non abbiamo né la forza, né la saggezza per farlo. Vegliare nei momenti di prosperità, di sonnolenza spirituale, quando ci si lascia trastullare dalle pro­prie fantasie, quando siamo sicuri di noi stessi: questo è l'ordine di Gesù ai suoi. L'A. analizza molto bene tutte le insidie che si nascondono nel cuore umano e le astuzie tipiche di Satana, ma dà pure indicazioni per la protezione. È un vero incoraggiamento leggere tutti i suggeri­menti pratici che sa elencare per vince­re la tentazione. Nessun vero credente al termine della lettura di questo libro potrà esimersi dall'impegnarsi giornal­mente a vegliare e pregare per non ca­dere in tentazione.

 

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Settembre 1966: un giovane studente alla vigilia della laurea in letteratura al Wheaton College fu confinato dal medico in infermeria per tre settimane per via di una grave forma di mononucleosi. In quel periodo egli ebbe la ventura di sentire dalla stazione radio universitaria i sermoni di un noto predicatore: lo ascoltò e la sua vita mutò direzione definitivamente. A distanza di decenni egli ricorda ancora il forte desiderio che lo catturò: quello di conoscere ed esporre come quel predicatore il Verbo di Dio. Il libro si propone di trasmettere il desiderio di predicare debellando una visione al tempo stesso egocentrica e stanca del ministero della Parola. Testo utile per capire la prospettiva del risveglio evangelico americano contemporaneo.

Commentario su Genesi - G. Calvino

GIOVANNI CALVINO

Recensione di Pietro Bolognesi, pubblicata su «Studi di teologia» 2009-2, n. 42, p. 202

Chi conosce poco Calvino ne parla con particolare attenzione alla Istituzione della religione cristiana. Per quanto importante essa possa essere, non può prende­re il posto dei Commentari. Anzi, non c'è conoscenza di Calvino senza lo studio dei suoi commenti ai libri della Bibbia. Attraverso essi il Riformatore precisò ulterior­mente il suo pensiero e fornì un modello di lettura del testo biblico che sarebbe stato un modello per generazioni di studiosi e predicatori.

Questo bel volume appare come il primo della Collana "Calviniana: scritti e studi". Daniel D.Doriani introduce l'opera illustrando le caratteristiche dei commentari di Calvino per la storia del pensiero cristiano. Ci si augura che anche questa collana, che appare in una bella veste editoriale, concorra a rendere accessi­bili in italiano altri testi calviniani.

 


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ALTRE RECENSIONI

Chi sono i puritani? E cosa ci insegnano?

Erroll Hulse

Recensione pubblicata su «Il Regno» 2009-2, n. 1049, p. 36

Nel Seicento inglese coloro che vollero «purificare» la Chiesa d'Inghilterra da tutto ciò che era ancora frutto della teologia e dell'ecclesiologia cattolica vennero chiamati puritani. Essi, con la loro azione politica e sociale tesa alla sola gloria di Dio, influenzarono profondamente l'intera storia della civiltà occidentale. L'a., pastore nel Regno Unito della Reformed Baptist Church di Leeds, con questo suo agile vol. tratteggia la loro storia e le varie generazioni che si sono succedute, individuando alcuni personaggi storici che tuttora affascinano per la loro esperienza vissuta, sulle due sponde dell'Atlantico, nel tentativo di produrre una vita santa e stabile in qualsiasi ambito geografico, sotto qualsiasi condizione politica.


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