UNA RACCOLTA DI SERMONI

PREDICATI DA GEORGE WHITEFIELD

 

Con l’aggiunta di una breve biografia

scritta da John Charles Ryle

 

 

 

 

INDICE

La vita e il ministero di George Whitefield

La vita di George Whitefield

Il ministero di George Whitefield

 

Sermoni di George Whitefield

Il metodo della grazia

Cristo: la sapienza, la giustizia, la santificazione e la redenzione del credente

L’Eterno nostra giustizia

Il seme della donna e il seme del serpente

Camminare con Dio

Il buon pastore

 

Le dottrine di George Whitefield

Sommario delle dottrine predicate da George Whitefield

 

 

Il metodo della grazia

Essi curano alla leggera la ferita del mio popolo, dicendo: «Pace, pace», quando non c’è pace.

 (Geremia 6:14)

 

Se la benedizione più grande che Dio può mandare per favorire un popolo è un ministro fedele, sincero ed integro, non c’è maledizione maggiore che Dio lo abbandoni a guide cieche, carnali, tiepide, incapaci ed inconvertite. Eppure, in ogni epoca, ci sono stati lupi rapaci camuffati da pecore, uomini che hanno costruito un muro e lo hanno intonacato con malta che non ha retto, persone che hanno profetizzato menzogne. Quello che è avvenuto nel passato, accade ancora oggi: molti corrompono la Parola di Dio non insegnandola rettamente. Questo è proprio ciò che si verificò nel periodo in cui visse Geremia. Il profeta non vacillò e, fedele alla chiamata che Dio gli aveva rivolto, ammonì ripetutamente i falsi profeti, onorando colui nel cui nome predicava.

Leggendo il libro di Geremia, vi accorgerete che nessuno più di lui denunciò questi falsi pastori. Nel capitolo da cui abbiamo tratto il testo della nostra meditazione vengono elencati alcuni dei loro peccati. Nel versetto 13 leggiamo: «Dal più piccolo al più grande, sono tutti avidi di guadagno; dal profeta al sacerdote, praticano tutti la menzogna» e, di seguito, il nostro testo specifica la falsità con cui avevano agito verso il popolo di Dio: «Essi curano alla leggera la ferita del mio popolo, dicendo: “Pace, pace”, quando non c’è pace». Geremia, nel nome del Signore, aveva annunciato al popolo il giudizio di Dio e che la nazione sarebbe stata invasa e ridotta in desolazione. Al versetto 11 di questo stesso capitolo si legge: «Io sono pieno del furore dell’Eterno; sono stanco di contenerlo. Lo riverserò sui bambini per la strada e sui giovani riuniti insieme; perché saranno presi sia l’uomo che la donna, sia il vecchio che l’uomo carico d’anni. Le loro case passeranno ad altri, assieme ai loro campi e alle loro mogli, perché io stenderò la mia mano sugli abitanti del paese, dice l’Eterno».

Il messaggio di Geremia tuonava contro il popolo che aveva peccato, affinché si pentisse davanti a Dio. Tuttavia, i falsi profeti ed i sacerdoti corrotti lo contrastavano cercando di sopprimere nella gente qualsiasi senso di colpa. Andavano dicendo che Geremia era un esaltato e che non ci sarebbe stata nessuna invasione da parte di un esercito straniero. I pastori infedeli gridavano: «Pace, pace», mentre il vero uomo di Dio aveva loro predetto che non ci sarebbe stata alcuna pace.

Le parole che stiamo considerando si riferiscono, dunque, alle circostanze esteriori del popolo di Dio, ma sono convinto che riguardino anche la loro condizione spirituale. Il profeta parla dei falsi dottori i quali, quando la gente cominciava ad essere convinta di peccato e a rivolgere il proprio sguardo verso il cielo, proclamavano un messaggio che contraddiceva la Parola del Signore, dicendo alle persone che stavano vivendo giustamente ed erano a posto con Dio. Il popolo, a sua volta, era contento di sentirsi dire tali cose, perché il cuore dell’uomo è ingannevole e insanabilmente maligno e solo il Dio d’eternità può scandagliare le profondità della sua corruzione.

Quanti di noi ripetono a se stessi ‘pace, pace’, quando, in verità, non c’è pace con Dio! Quante persone, pur sprofondando nel fango del peccato, ritengono di essere cristiane e di avere vita eterna! Se dovessimo esaminare l’esperienza spirituale di costoro, scopriremmo che la pace che dicono di avere non è altro che un artifizio del diavolo e non la pace di Dio che trascende l’intelligenza umana. Carissimi, è una cosa molto importante sapere con certezza di essere in pace con Dio. La pace è una benedizione immensa. Tutti noi desideriamo averla; infatti, come si può vivere senza di essa? Quindi, è necessario che le persone sappiano cosa fare e cosa deve avvenire in loro, prima di poter dire che la vera pace dimora nel loro cuore.

Mi propongo, perciò, di annunciarvi tutto il consiglio di Dio e di liberare così la mia anima da questa responsabilità, affinché il vostro sangue non ricada su di me. Il testo della Scrittura che mi accingo ad esporre parla proprio di ciò che vi deve accadere e di ciò che deve essere operato in voi affinché possiate essere certi di possedere la vera pace.

Tuttavia, prima di addentrarmi nella spiegazione, lasciate che premetta un paio di cose. Prima di tutto, ritengo scontato che voi siate consapevoli che la vera religione è qualcosa di interiore. Questo significa che la fede dimora nel cuore dei credenti in virtù dell’opera potente dello Spirito Santo. Se non siete convinti di questo, significa che non avete alcun riguardo per quello che la Bibbia insegna e che, in realtà, siete nemici del Signore Gesù Cristo, perché la Scrittura dice che la vera religione è creata da Dio nel cuore dell’uomo. Il nostro Signore disse: «Il regno di Dio è dentro di voi» (Luca 17:21) e l’apostolo Paolo dichiara che ‘cristiano non è colui che è tale all’esterno, colui che lo è interiormente’ (cfr. Romani 2:28-29). Se qualcuno tra voi crede che il cristianesimo sia fatto di rituali esteriori, probabilmente non sarà contento di quello che dirò questa mattina! I discorsi che farò riguardo all’opera che Dio compie nel cuore dei peccatori saranno incomprensibili, come se parlassi in un linguaggio che vi è sconosciuto.

Vorrei anche premettere che Dio non agisce sempre e solo in un modo. Intendo dire che, nell’esperienza della conversione, la profondità del senso del proprio peccato e della propria colpa varia da persona a persona. Dio riconduce a casa i suoi figli in maniere diverse e lo Spirito Santo soffia quando, dove e come vuole! Tuttavia, sia ben chiaro che prima di ritenervi riconciliati con Dio deve essere operato in voi quello che sto per dirvi.

 

Innanzitutto, prima di poter affermare di essere in pace con Dio dovete essere portati a vedere e a sentire il peso dei vostri peccati.

Dovete piangere e fare cordoglio per le trasgressioni che avete commesso contro la legge di Dio. Secondo il cosiddetto patto delle opere[1], ‘l’anima che pecca morirà’ (Ezechiele 18:20) ed è ‘maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della legge per praticarle’ (Galati 3:10). Non dobbiamo ubbidire a Dio solo in alcune cose, ma siamo chiamati ad osservare tutti i suoi comandamenti e a farlo continuamente. Questo significa che la minima mancanza da parte nostra nell’adempimento della legge morale[2], in parole, in opere o nei nostri pensieri, merita, secondo il patto delle opere, la condanna alla pena eterna. Se un pensiero iniquo, se una sola parola cattiva e se un’unica azione malvagia meritano il giudizio di Dio, quanti inferni attendono ciascuno di noi, la cui vita è stata una continua ribellione contro Dio?

Dunque, prima di ritenerci riconciliati con Dio, dobbiamo aver visto e creduto quanto sia terribile disubbidire al Dio vivente. Perciò, miei cari, esaminate voi stessi! Vi esorto in questo modo perché spero che siate venuti qui affinché il vostro cuore sia reso migliore. Lasciate che vi domandi, davanti a Dio: non vi è mai stato un tempo nella vostra vita nel quale siete stati convinti di essere dei trasgressori dei comandamenti del Signore? Quando il ricordo dei vostri peccati vi ha addolorato? Quando la vostra mente non riusciva più a sopportare il senso di colpa di fronte a Dio? Avete mai considerato che il Signore avrebbe potuto, giustamente, riversare la sua ira su voi a causa della vostra disubbidienza? Siete mai stati profondamente dispiaciuti a causa delle vostre trasgressioni? Avete mai detto a voi stessi che i vostri peccati erano diventati ormai un peso che non riuscivate più a sopportare? Avete mai sperimentato qualcosa del genere? Sono accadute queste cose tra voi e Dio? Se la risposta è negativa, ve lo dico per amore del Signore Gesù Cristo, non pensate di essere dei cristiani! Potete benissimo illudervi di esserlo, mentre in realtà non lo siete! Che il Signore voglia svegliarvi, convertirvi e, se è la sua volontà, darvi la sua pace prima che ritorniate alle vostre case.

 

Inoltre, potete essere convinti dei peccati che avete effettivamente commesso al punto da tremare, eppure rimanere completamente estranei a Gesù Cristo e all’opera della grazia divina.

Prima di reputarvi riconciliati con Dio è necessario che abbiate una più profonda comprensione della corruzione della vostra natura. Non solo dovete essere convinti delle vostre effettive trasgressioni contro la legge di Dio, ma anche di quello che è alla radice di esse. Perché l’uomo pecca? Qual è la fonte da cui sgorgano tutte le iniquità? Sto parlando del peccato originale[3], cioè della corruzione presente in noi sin dal giorno in cui siamo nati, che ci rende colpevoli davanti a Dio e meritevoli del suo giudizio.

Molte persone ritengono d’essere intelligenti e, seguendo i propri ragionamenti, rigettano questa dottrina accusando Dio d’essere ingiusto nell’imputare anche a noi il peccato di Adamo. Nonostante sia evidente che ciascuno è segnato col marchio della bestia e di Satana, costoro affermano che l’uomo non è stato concepito nel peccato. Ma si guardino un po’ intorno! Considerino i disordini presenti nel mondo e dicano ancora, se ne sono capaci, che questo è il paradiso in cui Dio pose l’uomo! Ogni cosa intorno a noi è nel caos! Ho spesso pensato che l’inimicizia delle belve feroci, quali la tigre o il lupo, e l’abbaiare dei cani contro l’uomo, sono già una prova sufficiente della realtà del peccato originale. Questi animali, infatti, non si sarebbero mai avventati contro di noi se Adamo non avesse peccato. In questo modo le creature difendono la causa del loro Creatore contro il quale l’uomo si è ribellato!

Se poi guardiamo dentro di noi, scopriremo di essere pieni di concupiscenze, di desideri e di sentimenti contrari a quelli di Dio. Possono l’orgoglio, la malizia e la cattiveria che sono in noi provenire da Dio? L’empietà che dimora in noi l’abbiamo ereditata dal nostro progenitore Adamo che, dopo essere decaduto davanti a Dio, è divenuto schiavo del diavolo. Quindi, anche se alcuni si ostinano a negare la depravazione dell’uomo, quando lo Spirito Santo rende un uomo consapevole della corruzione della propria natura, ogni ragionamento crolla ed il misero peccatore scopre, allora, qual è la sorgente contaminata da cui si sprigiona il torrente dell’iniquità! L’anima, scossa dal suo torpore, si domanda: «Come posso essere così piena di corruzione»? A questo punto lo Spirito di Dio mostra al peccatore che in lui non vi è nulla di buono e che, per natura, è abominevole a Dio. La creatura, vedendosi perduta, si piega davanti al Creatore, riconosce che merita la condanna ed il giudizio di Dio, anche se nella sua vita non avesse mai commesso alcun peccato attuale.

Avete vissuto questa esperienza? Vi siete mai sentiti, per natura, figli d’ira, come tutti gli altri uomini? Se il vostro cuore è stato davvero infranto, avete senz’altro visto e sentito queste verità. Se non avete mai sentito il peso del peccato originale e compreso la sua gravità, non potete assolutamente chiamare voi stessi cristiani! Sono persuaso che la realtà di questa profonda corruzione interiore è ciò che più addolora colui che sperimenta una vera conversione. Il tormento più grande per l’anima rigenerata è la presenza del peccato in essa. Il vero cristiano grida giorno e notte: «Chi mi libererà da questo corpo di morte? Chi purificherà il mio cuore dalla presenza del peccato»? Quindi, se non siete stati schiacciati sotto il peso della corruzione che dimora in voi e se non avete riconosciuto che Dio avrebbe potuto, in qualsiasi momento, punirvi legittimamente a causa della vostra natura depravata, è inutile che vi illudiate di essere in pace con Dio, perché temo che per voi non ci sia alcuna pace.

 

E ancora: prima di potervi ritenere riconciliati col Padre, non dovete solo essere persuasi di avere peccato e di possedere una natura depravata. Oltre a queste cose, dovete anche aborrire le vostre opere buone e quella che presumete sia la vostra giustizia.

Quando il peccatore è reso consapevole del timore che si deve avere del Signore, la sua prima reazione è quella di affidarsi nuovamente al patto delle opere, cioè alla propria giustizia. Proprio come Adamo ed Eva si nascosero tra gli alberi del giardino facendosi delle cinture di foglie di fico per coprire la loro nudità, così il misero peccatore, quando vede qual è la sua condizione, si affida alle sue buone opere e all’osservanza di varie pratiche religiose, cercando di stabilire una giustizia propria. In questo modo egli spera, come i suoi progenitori, di riuscire a nascondere la propria corruzione al cospetto di Dio. Illudendosi, egli ripete a se stesso: «D’ora in poi mi comporterò diversamente. Cambierò modo di vivere. M’impegnerò al massimo per piacere a Dio e così, sicuramente, Cristo avrà misericordia di me».

Oh! Prima di reputarvi dei veri credenti dovete riconoscere che Dio può condannarvi anche a causa di quella che ritenete la vostra migliore preghiera! La vostra giustizia, come predicò un antico profeta, non è sufficiente a riconciliarvi con Dio; anzi, davanti a lui essa non è altro che un panno sudicio che il Signore detesta (Isaia 64:6). Per quale motivo le nostre buone opere dovrebbero farci ottenere il favore di Dio? Dopo aver considerato qual è la misera condizione della nostra natura dal primo giorno della nostra vita, a cosa possono servire i nostri rituali religiosi? Noi uomini, da soli, non siamo in grado di compiere una sola opera buona! La Scrittura attesta che ‘quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio’ (Romani 8:8). Apparentemente certe cose che fate vi sembrano buone, ma può una natura corrotta e depravata dalla presenza del peccato produrre di per sé qualcosa che sia gradito a Dio? È impossibile che una persona inconvertita possa fare una qualsiasi cosa alla gloria di Dio. Gli increduli, infatti, sono senza fede e la Bibbia afferma che tutto ciò che non viene dalla fede è peccato (Romani 14:23).

Quando un uomo nasce di nuovo, siccome in lui dimora ancora il peccato, continua a commettere errori e l’ubbidienza che rende a Dio è imperfetta. Quindi, anche dopo la conversione, se Cristo dovesse accettarci in base alle nostre buone opere, saremmo ugualmente trovati mancanti e meritevoli della pena eterna. La nostra ubbidienza rimarrà sempre lontana dalla perfezione che la legge morale esige. Non so cosa pensiate di voi stessi, ma per quanto mi riguarda sono ben consapevole del fatto che ogni volta che prego pecco, ogni volta che predico pecco e che non posso fare nulla senza peccare! Per questo, come disse qualcuno, devo pentirmi del mio pentimento e le mie stesse lacrime hanno bisogno di essere lavate dal prezioso sangue del mio amato Redentore!

Che cosa sono le nostre azioni migliori se non i nostri peccati più eleganti? Prima di pensare di essere in pace con Dio non basta che siate stati convinti del vostro peccato originale ed attuale, ma dovete anche sentirvi disgustati delle vostre opere buone e della vostra giustizia. Questo è l’ultimo idolo che deve essere abbattuto nei vostri cuori. Infatti, se non siamo resi consapevoli del fatto che non possediamo alcuna giustizia in noi stessi, non potremo mai andare a Cristo. Inoltre, teniamo presente che c’è una grande differenza tra il parlare di queste realtà ed averle, invece, sentite e sperimentate. Avete mai sentito il bisogno di un Redentore? Avete mai sentito di aver bisogno del Salvatore Gesù Cristo? Vi siete resi conto che non potete assolutamente essere considerati giusti davanti a Dio? Potete rivolgervi a Dio dicendo in tutta sincerità: «Signore, anche quelle opere che io consideravo buone e giuste meritano il tuo giudizio e la tua condanna»? Se non siete ancora arrivati a questo punto, non potete ritenervi figli di Dio.

 

Oltre a tutto questo, prima di reputare di essere in pace con Dio dovete avere la convinzione d’essere colpevoli di un altro peccato. Temo che pochi tra voi sappiano a cosa faccio riferimento. Questo peccato domina le nazioni cosiddette cristiane, eppure le persone non si ritengono assolutamente colpevoli di questa mancanza. Ma qual è questo peccato? È quello di cui la maggior parte di voi pensa di non essere colpevole: l’incredulità!

Ma come? È possibile supporre che qualcuno in questo cortile davanti alla chiesa, nato in una nazione evangelica come la Scozia, che ogni domenica va in chiesa, sia un incredulo? È mai possibile che qualcuno di voi, pur partecipando alla cena del Signore una volta l’anno (oh, se fosse amministrata più spesso!), è mai possibile, dico, che coloro i quali sono partecipi delle ordinanze del Signore e celebrano regolarmente il culto di famiglia, nascondano in loro un cuore che non crede veramente nel Signore Gesù Cristo? Non pensate che io sia troppo duro e intollerante. Sono fermamente convinto che se foste esaminati accuratamente, si scoprirebbe che molti di voi hanno lo stesso tipo di fede che ha il diavolo! Satana crede nella Bibbia più di molti di noi. Crede nella divinità di Gesù Cristo e trema davanti a lui, mentre molti di coloro che pensano d’essere cristiani dimostrano il contrario. Non dobbiamo confondere una fede puramente mentale con quella vera e genuina che è comunicata al cuore dell’uomo per opera dello Spirito Santo. Non pensate di credere veramente solo perché possedete la Bibbia o perché andate in chiesa. Credere che Gesù Cristo sia esistito e credere che la Bibbia sia il libro di Dio, è come credere alla storia di Alessandro Magno e Giulio Cesare. Quale senso di gratitudine dovremmo nutrire verso Dio per gli oracoli viventi della Scrittura! Eppure, quanti non credono veramente in Gesù Cristo!

Miei cari, se vogliamo veder sorgere in noi la vera fede, è assolutamente necessario che lo Spirito Santo porti la vita di Dio nei nostri cuori. Se vi domandassi da quanto tempo credete in Cristo, molti di voi mi risponderebbero di aver creduto in lui da sempre e di non ricordarvi di un tempo quando non credevate. Ebbene, non c’è prova maggiore di questa per dimostrare che non avete ancora creduto in Cristo! Tutti coloro che hanno davvero creduto sanno bene che c’è stato un tempo quando erano senza fede. Se mi dite che amate Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza, io vi risponderò chiedendovi quando avete cominciato ad amare Dio. Se mi risponderete che non vi ricordate di un tempo quando avete odiato Dio, ma che lo avete sempre amato, questo significa che in realtà non avete mai amato Dio.

A riguardo del peccato dell’incredulità voglio cercare di essere il più preciso possibile, perché sono molti coloro che sono ingannati e si illudono di possedere la vera fede. Il fratello Marshall, narrando le vicissitudini del suo cammino spirituale, racconta della sua abitudine di annotare le sue trasgressioni in colonne corrispondenti ai dieci comandamenti. Un giorno decise di andare a parlare con un pastore per chiedergli il motivo per cui non riusciva ad avere pace. Il predicatore osservò l’elenco delle sue confessioni e gli disse: «Caro mio, nella tua lista non vedo nessun riferimento al peccato dell’incredulità». La convinzione a proposito dell’incredulità del nostro cuore è un aspetto particolare dell’opera dello Spirito Santo. Gesù disse: «Quando sarà venuto (il Consolatore), convincerà il mondo di peccato... perché non credono in me» (Giovanni 16:7-9). Ascoltate: non vi ha mai mostrato Dio che nel vostro cuore non c’è fede? Siete mai stati angosciati a motivo della vostra incredulità? Avete mai pregato Dio chiedendogli di sovvenire alla vostra incredulità? Avete mai supplicato Cristo di aiutarvi ad invocarlo con vera fede chiamandolo mio Signore e mio Dio? Siete mai giunti al punto di sentirvi incapaci di credere e di invocare il nome del Signore per essere salvati? Se non potete rispondere di sì a queste domande, allora non siete in pace con Dio. Voglia il Signore concedervi di essere riconciliati con lui e di possedere la vera pace, prima che ve ne andiate per non tornare mai più!

 

Infine, prima di potervi ritenere riconciliati con Dio, oltre alle cose che abbiamo già considerato, dovete anche essere resi capaci di fare vostra la perfetta giustizia del Signore Gesù Cristo.

La vera pace si ottiene solo ricevendo la giustizia di Cristo mediante la fede. Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed io vi darò riposo». Queste parole sono molto incoraggianti per tutti coloro che sono ‘stanchi ed aggravati’, ma il riposo è promesso soltanto a chi va a Cristo credendo in lui e riconoscendolo quale Salvatore e Signore della propria vita. Dunque, prima di godere della pace con Dio dobbiamo essere giustificati per fede attraverso Gesù Cristo. I meriti che Cristo ha acquistato alla croce del Calvario devono esserci imputati in modo che la sua giustizia diventi anche la nostra.

Miei cari, vi siete uniti a Cristo per fede? Avete mai sentito la presenza di Cristo nel vostro cuore? Avete mai udito la sua voce parlare di pace all’anima vostra? Sgorga pace come un fiume in voi? Voglia il Signore Gesù Cristo dire anche a voi quelle parole che ripeté spesso ai discepoli: «Pace a voi». Queste sono le cose che dovete sperimentare. Sto parlando di realtà invisibili che riguardano un altro mondo. Sto parlando della vera religione, quella che parte dall’intimo del nostro essere e che sorge in noi in virtù dell’opera di Dio nella nostra anima. Sto parlando di cose veramente importanti, che riguardano il destino eterno della vostra anima! Forse vi sentite in pace, ma è possibile che la vostra pace sia opera di Satana che vi ha cullati rendendovi spiritualmente insensibili e facendovi scivolare dolcemente in uno stato di sicurezza carnale che, se continuasse, vi porterebbe all’inferno dove, allora, vi risvegliereste. Purtroppo, sarebbe una sorpresa molto amara scoprire di essersi sbagliati solo quando sarà impossibile tornare indietro, quando non si potrà oltrepassare la grande voragine, quando, per tutta l’eternità, griderete invano affinché qualcuno venga a rinfrescarvi le labbra.

 

Lasciate che adesso mi rivolga specificamente ai diversi tipi di persone che, tra voi, mi stanno ascoltando. Voglia Dio, nella sua infinita misericordia, benedire queste esortazioni!

Forse tra voi alcuni possono effettivamente testimoniare di essere stati convinti del proprio peccato attuale ed originale, di essere divenuti consapevoli dell’inutilità della propria giustizia e dell’incredulità del proprio cuore e di aver, inoltre, creduto in Cristo per essere resi partecipi della sua giustizia. Se questo è il vostro caso, allora vi dirò che siete beati e avete ottenuto pace con Dio. Qualunque circostanza dovrete affrontare, state certi che tutte le cose coopereranno al vostro bene e saranno la manifestazione dell’amore di Dio per voi. Perciò, se siete riconciliati con Dio, non temete. Avete creduto in Cristo? È Dio vostro amico? È Cristo vostro amico? Allora elevate i vostri capi; tutto vi appartiene, tutto è vostro e voi siete di Cristo e Cristo è di Dio! State sereni, perché chi tocca voi tocca la pupilla dell’occhio del Signore.

Tuttavia, voglio mettervi in guardia contro il pericolo di vivere nel ricordo della vostra conversione. È necessario che non edifichiate su ciò che è stato operato in voi, ma esclusivamente sull’opera compiuta da Cristo e sulla sua giustizia. Non rinchiudetevi in voi stessi! Rivolgetevi continuamente a Cristo come la prima volta, come peccatori che desiderano attingere l’acqua della vita! Dimenticate le cose che stanno dietro e protendetevi verso quelle che vi sono davanti. Molti tra noi sono privati della pace perché non curano opportunamente il loro cammino spirituale. Ad un certo punto, qualcosa o qualcuno si intromette tra noi e Cristo e, per questo, veniamo avvolti dalle tenebre. In tali momenti, il nostro cuore è distratto dalla comunione con Dio e contristiamo lo Spirito Santo che, infine, lascia che seguiamo le nostre vie.

Vorrei, dunque, esortare coloro che sono riconciliati con Dio: non lasciatevi derubare di questa pace! È vero che una volta uniti a Cristo non potete essere più separati da lui, in quanto non c’è più alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù (Romani 8:1). Tuttavia, anche se la vostra anima è sicura in man di Cristo, potreste cadere rovinosamente e trascinarvi a stento lungo tutto il vostro pellegrinaggio terreno. Badate a non sviarvi! Per amore di Cristo: non contristate lo Spirito Santo! Sappiate che potreste anche non recuperare più la benedizione e la pace che avete conosciuto nel principio della vostra vita cristiana. È molto facile sviarsi. I nostri cuori, infatti, sono così malvagi che se non vigiliamo su noi stessi con attenzione e diligenza, la corruzione che c’è in noi alla fine prevarrà e ci allontanerà da Dio. Sarà poi una triste esperienza essere disciplinati dal Padre celeste. Pensiamo alla storia di Giobbe, di Davide e di tanti altri credenti che sono stati corretti da Dio.

Vi esorto ancora a mantenere un’intima comunione con Cristo e a tenervi stretti a lui. Sono molto rattristato dal cammino disordinato di molti cristiani. A volte, vi è veramente poco che li distingue da coloro che non conoscono Dio. Ci sono credenti che hanno paura di annunciare l’Evangelo e seguono la corrente parlando lo stesso linguaggio degli inconvertiti. Discutono degli stessi argomenti e sembra quasi che il mondo sia il loro ambiente naturale. Ma era questo il tuo atteggiamento quando, nel principio, hai incontrato il Signore? Allora parlavi solo di Dio e dell’amore di Cristo, ma adesso tieni la bocca chiusa e nascondi la tua fede perché hai paura che gli altri si beffino di te. Molti sono diventati conformisti nel senso peggiore del termine. Costoro, infatti, da un lato contestano giustamente i rituali della chiesa Anglicana, mentre dall’altro si conformano al modo di vivere del mondo, e questa seconda forma di conformismo è molto più grave della precedente[4]. Non conformatevi a questo mondo! Che cosa c’è in comune tra i cristiani e il mondo? I credenti devono potersi distinguere dagli inconvertiti per la loro santità e per il loro zelo, affinché la gente riconosca che essi sono stati con Gesù (Atti 4:13).

Vi incoraggio a dimorare in Cristo per crescere nella sua grazia e nella sua conoscenza. Solo così avrete una profonda certezza di fede e, nella pace, sarete edificati e camminerete nel timore del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo. Spesso Gesù Cristo è disprezzato ‘nella casa dei suoi amici’ (Zaccaria 13:6). Perdonatemi se sono così schietto, ma mi fa più male quando Cristo è oltraggiato dai suoi amici piuttosto che dai suoi nemici. Dai deisti non possiamo aspettarci che indifferenza e incredulità, ma se coloro che sono stati rigenerati cadono e vivono contrariamente alla vocazione che è stata loro rivolta, essi disonorano il nome del loro Salvatore davanti agli increduli. Se avete conosciuto Cristo, per amore del Signore, camminate uniti a lui! Se Dio ha portato la sua pace nel vostro cuore, mantenetevi saldi in essa tenendo continuamente il vostro sguardo fisso su Gesù. Non temete le prove e le tentazioni che dovete sostenere: il Dio della pace guarderà i vostri cuori e farà sì che ogni cosa cooperi al vostro bene.

Ma cosa dirò a coloro che non hanno pace con Dio? Probabilmente questa assemblea è formata, in gran parte, proprio da queste persone e questo pensiero mi fa piangere. Molti di voi, se esaminate sinceramente i vostri cuori, devono confessare di non essere riconciliati con Dio. E se Cristo non è in voi, siete progenie del diavolo ed estranei alla pace di Dio! Oh, poveri voi! Quale misera condizione è la vostra! Anche se mi fossero offerti migliaia e migliaia di mondi, non accetterei mai di tornare nello stato in cui voi, ora, vi trovate! Qualcuno potrebbe chiedere: «Perché»? Perché state per essere condannati all’inferno! Quale potrebbe essere la vostra pace se Dio è vostro nemico e la sua ira è su di voi? Svegliatevi dunque! La pace nella quale riposate è falsa! Svegliatevi credenti nominali e carnali!

Parlo a voi, ipocriti che andate in chiesa, che ricevete la santa cena e che conoscete la Bibbia, ma non avete mai sperimentato la sua realtà nei vostri cuori! La vostra è pura formalità ed anche se siete stati battezzati siete come i pagani! Svegliatevi, svegliatevi! Smettetela di appoggiarvi su una falsa sicurezza! Non vi irritate con me, perché vi dico queste cose mosso dall’amore. Vedo che vivete tranquilli a Sodoma ed io vengo a voi prendendovi per mano come quell’angelo che disse a Lot: «Fuggi per salvare la tua vita» (Genesi 19:16-17). Uscite da questa città, fuggite ed andate a Cristo! Rivolgetevi a colui che può purificarvi col suo sangue, prostratevi davanti al trono della grazia! Invocate il nome del Signore affinché pieghi i vostri cuori convincendovi delle vostre trasgressioni, del vostro peccato originale, dell’inutilità della vostra giustizia. Supplicate il Signore affinché vi conceda il dono della fede e unisca il vostro cuore al Salvatore Gesù Cristo.

A voi che avete una falsa speranza devo parlare con forza, con veemenza, per scuotervi dal vostro torpore. Ma sappiate che è con amore che mi rivolgo a voi. Infatti, conosco per esperienza cosa significhi appoggiarsi e riposare su una falsa pace. Per molto tempo anch’io mi sono illuso di essere un vero cristiano, mentre in realtà Gesù Cristo per me era un estraneo. Digiunavo due volte alla settimana, pregavo fino a nove volte al giorno, partecipavo alla santa cena ogni domenica, eppure ero lontano da Dio e non sapevo che dovevo nascere di nuovo per vedere il regno dei cieli. La mia religione era fatta di regole e precetti esteriori e non sapevo nulla della fede del cuore. Probabilmente molti di voi si trovano proprio in questo stato e parlo in questo modo, dicendo queste cose, per l’amore che ho per voi! Se non vegliate, la religiosità esteriore vi porterà alla perdizione perché, invece di affidarvi a Cristo, vi illuderete d’essere giusti davanti a Dio. Il fine della legge è Cristo, per la giustificazione di ognuno che crede (Romani 10:4). Svegliatevi, dunque, voi tutti che siete adagiati su una falsa sicurezza! Svegliatevi credenti nominali e carnali! Svegliatevi voi che avete fama di vivere, ma siete morti! Svegliatevi voi che dite d’essere ricchi e di non aver bisogno di niente, voi che invece siete poveri, ciechi e nudi! Andate a Cristo e supplicatelo che vi doni il suo oro, delle vesti bianche e del collirio (Apocalisse 3:17-18).

Spero che ci siano alcuni toccati da Dio e che la mia predicazione non sia vana. Spero che Dio raggiunga le vostre anime preziose svegliandovi e liberandovi dalla vostra sicurezza carnale. Spero che alcuni si siano resi conto di aver edificato su un fondamento incapace di sostenerli e che siano disposti a venire a Cristo. Può darsi che Satana vi tenti, sussurrandovi che per voi non c’è né salvezza né misericordia, ma non temete: ciò che vi ho detto scaturisce dal mio amore per voi, perché desideravo destarvi e mostrarvi i pericoli che correte. Se qualcuno tra voi desidera essere riconciliato con Dio sappiate che anche Dio, a sua volta, desidera essere riconciliato con voi personalmente. Anche se per ora non avete pace, rivolgetevi a Gesù Cristo: egli è la nostra pace, colui che può riconciliarci con Dio. Volete ottenere pace con Dio? Andate a lui per mezzo di Gesù Cristo che col suo sangue l’ha acquistata. Cristo è morto, risorto ed asceso al cielo proprio per questo ed ora intercede alla destra del Padre.

Forse pensate che non ci sia pace per voi. Per quale motivo? Perché siete dei peccatori? Perché il vostro peccato ha causato la morte di Cristo? Perché avete calpestato e considerato profano il sangue del patto? Ma io vi dico che c’è pace! Cosa disse Gesù ai suoi discepoli quando si presentò a loro il primo giorno della settimana? La prima cosa che disse fu: «Pace a voi». Mostrò loro le mani e i piedi come per dire: «Guardate, sono stati forati per amor vostro, perciò non temete». Cosa fece sapere Gesù ai suoi tramite l’angelo? Di andare a dire ai suoi discepoli e in particolare al povero Pietro (Marco 16:7) che Cristo è risorto, che è seduto alla destra del Padre suo e del Padre vostro, del Dio suo e del Dio vostro. Dopo essere risorto, Cristo predicò l’Evangelo della pace ai suoi discepoli. Ma chi erano i suoi discepoli? Come noi erano peccatori e come noi avevano rinnegato Cristo. Forse c’è qualcuno tra voi che, tempo fa, si è sviato tornando nel mondo, perdendo la pace di Cristo e forse pensa di non poterla più riavere. Ma Dio vi guarirà dal vostro sviamento e vi renderà ancora partecipi del suo amore gratuito.

Oh! Voi che siete stati trafitti nel cuore dalla Parola di Dio, venite! Voi che per grazia di Dio siete disposti ad affidarvi a Cristo, venite! Smettetela di nascondervi dietro la vostra presunta giustizia, perché agli occhi di Dio è solo un panno sporco! Sbarazzatevi dei vostri stracci e venite a Cristo. Qualcuno dirà di avere un cuore troppo duro, ma sappiate che non diventerà tenero se prima non sarete uniti a Cristo! Solo lui può togliere il vostro cuore di pietra e darvi un cuore di carne! Solo Cristo può farvi ottenere pace con Dio ed anche se nel passato lo avete rinnegato, se credete, egli sarà la vostra pace! Riuscirò a persuadere qualcuno a venire a Cristo questa mattina? Che moltitudine è radunata qui! In breve tempo tutti quanti voi dovrete morire e sarete giudicati da Dio. Forse prima di stasera o di domani sera qualcuno di voi sarà sepolto nel cimitero di questa chiesa[5] e cosa farete se non siete in pace con Dio e se Gesù Cristo non vi avrà riconciliati al Padre? Volete essere dannati per l’eternità? Non ingannate voi stessi! Vi sto dicendo la verità: non pensate che stia esagerando. Non voglio andarmene da qui senza essere riuscito a persuadervi. Desidero che Dio mi usi come uno strumento per spingervi a rivolgervi a Cristo. Oh, se poteste conoscere la pace che possiedono coloro che amano il Signore Gesù! Il salmista dice: «Grande pace hanno quelli che amano la tua legge e non c’è nulla che li possa far cadere» (Salmi 119:165).

Tuttavia, voglio dirvi ancora che non c’è alcuna pace per gli empi. So molto bene cosa vuol dire vivere nel peccato; infatti per resistere alla convinzione di peccato io stesso ero costretto a peccare ancora di più. Sono sicuro che questa è la via che molti di voi stanno percorrendo, perciò vi esorto a prendere piena coscienza della vostra perdizione. Il male che è in voi deve essere assolutamente guarito, altrimenti sarete condannati. Se si fosse trattato di una questione di scarsa rilevanza, non avrei speso neanche una parola a riguardo, ma senza Cristo siete destinati alla pena eterna. Cristo è la via, la verità, la vita e non voglio che siate condannati all’inferno. Come vivrete nel fuoco eterno? Come potrete stare insieme a Satana per tutta l’eternità? Non è meglio affrontare la propria condizione spirituale oggi, piuttosto che essere separati da Cristo per l’eternità? Cos’è l’inferno se non la separazione da Dio? Ed anche se non ci fosse stato altro inferno, questo sarebbe di per sé sufficiente.

Avvicinatevi a Dio e siate riconciliati con lui. Vi supplico come un misero ambasciatore di Cristo: siate riconciliati con Dio! La mia responsabilità questa mattina è dirvi che Cristo è disposto a donarvi la pace. C’è qualcuno che vuole essere riconciliato con lui? Se c’è qualcuno, Cristo perdonerà tutti i suoi peccati e cancellerà ogni sua trasgressione. Coloro che invece continueranno a respingere l’offerta della grazia di Dio in Cristo, saranno giudicati e su loro Dio riverserà la sua ira. Non ci si può beffare di Dio; ciò che un uomo semina, quello raccoglierà. Dunque, se voi non sarete in pace con Dio, egli non sarà in pace con voi. Chi può resistere all’ira di Dio? È terribile cadere nelle mani di Dio quando è adirato! Quando Gesù rispose ‘Io sono’ ai soldati venuti per arrestarlo, questi caddero per terra. E se costoro non poterono resistere alla presenza di Cristo nel suo stato d’umiliazione, come potranno sussistere davanti alla sua gloria, quando verrà per giudicare il mondo?

Mi sembra di vederli, trascinati all’inferno da Satana! Li vedo che, tremando, gridano ai monti e alle rocce ‘cadeteci addosso’, quando davanti a Cristo ascolteranno dalle sue labbra l’irrevocabile sentenza: «Andate via da me maledetti, nel fuoco eterno» (Matteo 25:41). Li sento supplicare il Signore che sia qualcun altro, magari un angelo, a pronunciare quelle terribili parole. Invece no, sarà proprio Gesù Cristo, il Dio d’amore, a dirle! Non credete a queste cose? Guardate che non sto parlando a caso! Quello che dico è scritto nella Bibbia. Se invece siete persuasi, allora determinate nei vostri cuori di credere alla verità e, con l’aiuto di Dio, di seguire Cristo con tutto voi stessi. E che il vostro cuore non trovi pace fino a quando non sarete uniti al Salvatore!

Potrei continuare ancora a parlare di queste cose, perché è meraviglioso annunciare l’Evangelo di Cristo. Non desiderate che giunga il tempo quando avrete un corpo nuovo, immortale e simile a quello di Gesù? Allora potremo parlare del Signore della gloria per sempre! Ma adesso è giunto il momento di lasciarci e, dunque, non voglio trattenervi ulteriormente. Lo scopo che mi prefiggo di raggiungere è di portare peccatori penitenti ai piedi di Cristo. Oh, che Dio vi attiri a sé! Voglia il Redentore benedirvi grandemente e convincervi ad abbandonare la vostra vita empia e possa il grande amore di Dio riempire i vostri cuori.

Concedici quello che ti chiediamo o Padre, per amore del nome di Gesù Cristo, al quale, con te e con lo Spirito Santo, siano onore e gloria ora e in eterno. Amen.



[1]L’espressione ‘patto delle opere’ indica il patto che Dio stabilì nel principio con Adamo. In tale patto Dio prometteva ad Adamo vita eterna a condizione di un’ubbidienza perfetta. Viceversa, in caso di disobbedienza, l’uomo sarebbe stato condannato (N. d. E.).

[2]Espressione che indica principalmente il Decalogo (N. d. E.).

[3]L’espressione ‘peccato originale’ si riferisce al peccato commesso da Adamo (Genesi 3). In lui, tutta la razza umana, fu resa partecipe della colpa e della corruzione conseguenti dalla sua caduta (N. d. E.).

[4]Storicamente, e in senso proprio, il termine ‘nonconformisti’ indica in primo luogo quei Puritani del XVII secolo che non accettarono il Decreto di Uniformità del 1662 e poi tutti i gruppi dissenzienti dalla chiesa Anglicana (N. d. E.).

[5]In questa occasione Whitefield stava predicando in prossimità di una chiesa e coloro che lo ascoltavano si erano riuniti occupando il prato circostante (N. d. E.).